A Freddy
in morte di Freddy Mercury
Furente
un notturno flutto
s’alza in questi sensi,
zampilla, schizza,
rovescia,
m’invade.
Oh, Freddy.
Freddy.
Incuti il tuo ruggire
anche da morto
ad ogni voce del tuo nome,
ed inghiotti
il riconoscere d’ognuno,
il grido e gli altri suoni
d’altre voci
offese.
Non io,
e l’adesso ancora vivo,
ma l’altro, lui,
tutti,
uomo solo uomo
in vita,
comunque,
e desiderio, scoperta,
piacere dei tuoi sensi
e non peccato,
porcheria del male
controsenso.
No Freddy,
ad ognuno il suo apparire
temere, fuggire,
e tu soltanto gioia
umile e servile,
in arte unico
e profeta.
Non io come te,
ma lui, noi,
tutti,
uomini al fallo condannati
e tristi viaggi,
ultime voraci gelosie
del fine naturale.
Nessun condanni
in te
l’uomo disperso;
nessuno additi
del peccato
infamia e turbamento.
Ogni lacrima
che sento
sbocci domani
per la gioia
d’esser uomo.
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