Maurino
Un altro giorno se n’e’ andato,
Maurino.
Un altro sterile
assurdo
brutto giorno
si e’ spento nei tuoi occhi;
tormentoso e finalmente.
I denti che non hai
risuonano il tuo volto
dell’eco di immagini
gia’ viste,
nascoste all’impatto
del soffrire personale;
vene ingorde e scoppiate,
rimpianti sconosciuti,
fallimenti consueti
e morti gia’ vissute.
Ed un corpo,
detrito,
che inzozza un marciapiede
fra le case,
sotto i passi di viandanti e viandanti.
Tu Maurino,
quale passo rovinerai
nell’impressione di un rullino.
Quale angolo abbellirai
del tuo dire smettero’,
come tutti,
sempre dopo l’ultima puntura.
Un altro giorno sei e’ spento
nei tuoi occhi, Maurino.
Paurosamente lontano
e finalmente.
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