Ricordo
Ricordo le grida di una donna
sposata per effetto
e per amor ferita
da piu’ lame;
le sue dolci mani
diventar distanti,
la sigaretta assurda
rubar le dolci labbra
dai miei baci.
Ricordo il suo letto bianco, spoglio,
doloroso e banale
fra cento letti bianchi e spogli
in un palazzo antico e troppo grande
da guardare;
camici d’orgoglio e di ricchezza
rivangar la puntura nel mio petto,
la croce e il saio
di una passione mai sconfitta
e l’amaro di notti mai svelate.
Ricordo le lacrime di mio padre,
i suoi occhi divorarmi disperati,
i cazzotti di braccia forti e fragili
sul dorso mio spoglio
di innocenza.
Ricordo quelle lacrime
e non altre,
il perdersi di un uomo
nelle sconfitte di un lembo suo
deviato.
Ricordero’ di esse
l’angoscia e la pazzia
in un mattino vuoto
di famiglia
e d’ogni vita.
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