Un altro giorno
Stridulo l’altoparlante
annuncia rauco
il mio treno.
Il morso del risveglio
ha insanguinato
la mia gola
intirizzita ormai dal freddo.
L’aria lacrima
nebbiosa
lo sguardo
coraggioso;
bagna le mie labbra
del sofferto
saper
di cosa nota.
Avvolgo il dolore
nel cappotto;
tetro,
perduto.
L’odore del ferro
si avvicina,
lo sento,
straziante l’ultima volonta’
del mio sperar
d’altra sostanza.
In un attimo arriva.
Mi sputa addosso
le sue grida
luride e vigliacche,
mi riempie di tempo,
di struttura.
Salgo le mie rampe
doverose.
Consapevole
le mie rassegnazioni
seggono ormai
sulla poltrona,
insoddisfatte
ed atterrite.
Poi il calore
raccoglie magico
il lamento
dello strano mio sentire,
rimbalzandomi
in qualcosa di normale.
Un altro giorno,
realizzo.
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