Vecchio falegname
Limi preciso
ormai solo le tue ore,
sudando forse
l’ultima camicia.
Vecchio falegname
ti sento vomitare
il tuo orgoglio fuori tempo
senza mai
dentro cadere.
Ma lo scalino
ormai ti blocca
e la sabbia
del tuo mare
piu’ non saggia
il sapore
dei tuoi passi.
Mi chiedi,
mi cerchi,
telefoni piangendo.
Ma niente posso
nonno,
se non piangere
con te
l’antica maesta’
del tuo eroico
soffrire.
Vederti vorrei,
adesso,
cosi’
forte come fosti;
e rincorrere di nuovo
i castelli
che bambino
costruivo nel tuo letto
rumoroso.
Nonno, mio,
nonno,
piu’ non avro’
certo
il tuo capire;
tu mai piu’
questo ignobile
soffrire.
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