Il leone
Sento premere
la tua voce a questo corpo,
orgogliosa come mai
ne’ mai
cosi’ fatale.
Sento
nervoso
il tuo ruggire,
fame di quel senso che non hai,
l’erba flettere
servile
al potere dei tuoi passi.
Perdono non hai
se non per distrazione;
pio s’inchina
il tuo passante
di beatitudine toccato.
Regale diritto
mi odori,
spaventoso.
Affamato.
Carne avrai.
Ma non saziero’
l’orgoglio tuo omicida;
bizzoso.
Nessun uomo
uccidi.
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