L’isola
Noto
approdi
a queste brulle sponde
e le tue ancore
offendono la pace
che silenziosa
ammiri
in questo mare.
L’acqua
calza servile ogni tuo passo
ignara,
pura.
Ma io ti conosco,
conosco i tuoi occhi,
le tue membra;
il tuo sapore.
Sudi banale
le sporche tue fatiche,
gustandoti
la brama del vedere;
ma non guardi, non cerchi, non vedi;
brami stupido
cio’ che hai dentro le ossa,
ed ossa
sai di avere.
Che vuoi, dunque.
Salpa le tue ancore,
marinaio;
respira
quest’aria che ancora
ti saluta,
e lascia
che la sabbia
che hai offeso
possa restaurare
il peccato
del venir tuo
navigando.
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