La scossa
E arrendersi di colpo
all’impressione dei miei giorni;
fingere e piegarli
nella valigia del gitante.
Io,
turista di me stesso.
E di nuovo colpirsi della falce
di un istinto intrepido e malvagio:
il no di un dopo spaventoso, gigante,
vivo.
Fanculo,
la parola.
Fanculo il gesto e l’emozione;
terrore
a togliermi ogni mano
ed il respiro.
Senso di ieri
l’occhio tuo guerriero
vincitore.
Fuga di vile
il sussurro mio
di meglio.
<< >>