La stanza
Consumo un istante.
Capire
e non volere,
indecisione costante
di passo difettoso;
paura
per quello che ancora
non oso
concepire.
La stanza riflette
le mie oscurita’
ed io mai rifletto
i raggi di quel sole
che vive fuori
da queste bianche mura.
E’ solo vernice.
Una vernice falsa
e desolata.
Il lamento della luce
spinge alla persiana;
musica questi attimi
bruciati lentamente.
Ma non scioglie
l’applauso mio
sincero.
Lo spettacolo,
ha scolpito questo pensare
del suo sapore di miseria;
e il ricordo brucia forte
in queste ossa
che ancor
non sanno d’uomo.
Non voglio
repliche
o semplici respiri
di quel vivere
sconnesso,
di quest’aria
che puzza
di vergogna.
Anche se il mio
non sara’ certo
un cantar
di lodi e gioia;
un vivere;
ma rimane forte
uno scudo
quotidiano
per me
che di tal gioia
non voglio
respirare.
<< >>