L’ulivo
da “Piero”
L’ulivo s’attorce
al cielo verso
spira a spira,
in venatur d’antiche membra
e qual contorte,
leggiadro fluir
di linfa la sommo;
e par che s’alzi
in lieve ardire
pur di gobba offeso
al fine ramo.
E pur chiodato
affonda l’unghie
al sale
in statico maner
di fiero ordito;
la gobba irrompe,
devasta,
enorme in peso
a dilaniare,
e par che ceda al sale
libero il giacere
e non servire.
Ma l’ulivo
d’unghie arranca,
ed oltre vince, al suolo,
e carica in mestizia
il servir del tempo
e d’ogni giogo.
Dura, dura, dura,
seppur
d’ogni onda avvolto
a dilaniare.
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